giovedì 9 gennaio 2014

How I met your Marshall Mather ( capitolo 3 )


Capitolo 3: Cosa che cosa?

Riaprì prima un occhio poi l'altro , i rumori ritornarono a circondarla e si rese conto di trovarsi nel bel mezzo di una strada alberata . Ai lati una sfilza interminabili di insegne e cartelli pubblicitari , a pochi metri un bus che puntava dritto verso di lei .
“Scansati!!!!!”
Si tuffò verso il marciapiede appena in tempo mentre la sua ciabatta , meno fortunata, le si era sfilata del piede ed era stata travolta dal pullman. “Maledizione, erano nuove!...” Si rimise in piedi e andò a recuperarla .
le sovvenne un altro pensiero
“Cavolo, sono in ciabatte in mezzo alla strada, mi prenderanno per una stramba!”
E poi
“Ma... dove DIAVOLO sono?”
Ecco, finalmente c'era arrivata.
Quel posto non l'aveva mia visto prima! Non era neppure sicura di trovarsi nella sua città .
Da un angolo sbucò all'improvviso una signora. Si allontanava in fretta così Alma le corse dietro sciabattando sul marciapiede.
“MI scusi?”
Quella si voltò e la squadrò da capo a piedi “ Cosa vuoi?”
“ Ecco” Continuò Alma cercando di dissimulare l'imbarazzo con una risata “ Penso di essermi persa , potrebbe dirmi gentilmente dove ci troviamo? “
La signora diete un'altra rapida occhiata alle sue calzature e mentre già si allontanava “ diciassettesima strada “
“ Che?Diciassettesima...? Ma in che diavolo di città sono finita?”
“Non so da quale istituto psichiatrico tu sia scappata ma quì siamo a New York!”
“COOOOOOOOSAAAAAA?”
La signora, evidentemente spaventata da quella reazione ,accellerò il passo e scomparve dietro un angolo .
Alma fissò il bracciale, poi la strada, poi di nuovo il bracciale. Veramente quell'aggeggino era stato in grado di trasportarla a New York nel giro di meno di mezzo secondo??
“ No waaaaaayyyyyyy!”
Ma a pensarci bene , a quella donna aveva parlato in italiano e quella le aveva risposto tranquillamente.
“ oK , ok calmiamoci qualcosa non quadra!”
Cominciò a camminare lungo il marciapiede in cerca di un qualsiasi indizio .
“ Le insegne qui sono tutte in inglese, non ci piove!”
Un cartellone gigantesco che correva giù per il muro di un alto palazzo ,pubbicizzava la prossima opertura di un negozio di Dolce e Gabbana sulla 5th avenue , NY.
“...Ma allora come cavolo....?Sono stata così cula da incontrare una italiana nel bel mezzo di New York?Adesso ci riporvo !”
Un uomo dagli evidenti tratti orientali le passò di fianco.
“ MI scusi! “
“ Si? “ Rispose quello distogliendo lo sguardo dal cellulare.
“Lei conosce l'italiano per caso?”
“ No, non lo conosco , perchè?”
“ Allora “ tentò Alma nonostante fosse consapevole di quanto quella domanda potesse suonare assurda” Sarebbe così gentile da dirmi in che lingua stiamo parlando in questo momento?”
Quello allora inarcò il sopracciglio e la squadrò scettico da capo a piedi.
“No, no, la prego, non si faccia ingannare dalle apparenze! Sono una persona normalissima!...O almeno credo” concluse non molto convinta .
“ Emmmm, devo andare !”
“No no, per favore mi risponda!Per me è molto importante “ Lo afferrò per la giacchetta e non lo lasciava allontanarsi.
Quello incominciava ad agitarsi così , per farla finita
“ In che ligua vuole che stiamo parlando? Inglese no?”
“Inglese? “ Ripetè Alma con un sorriso luminoso lasciando la presa e il tizio ne approfittò per sfuggirle .
“ Vuol dire che parlo l'inglese senza neanche accorgermene? Ma è meraviglioso!!!!!”Gridò raggiante e tutti lì attorno si girarono a guardarla con delle espressioni non proprio rassicuranti, f...orse era il caso di darsi un contegno.
Si schiarì la voce e con nonchalance continuò la sua passeggiata.
“Cavolo, sono a New York!Dove potrei andare? Ci sono così tanti posti che vorrei visitare...costo del biglietto permettendo!
Si frugò nelle tasche : 3 euro.
“ Seeee, buonanotte!Ma questo bracciale non avrebbe dovuto rendermi anche ricca ?”
Non era sicura di aver letto proprio così sulle istruzioni.
Passeggiava ormai da un po' senza sapere bene che fare quando il suo sguardo venne attirato da un alto edifico ricoperto di vetri neri al quale si accedeva salendo una scalinata di marmo dello stesso colore. Di fianco all'entrata si leggeva a chiare lettere “ Shady records”
Alma ebbe un tuffo al cuore.
“No...no no no no, non ci creeeedo!Sono di fronte alla sede della casa discografica di Eminem?!”
Stava gridando di nuovo così si tappò la bocca con le mani e rimase per qualche istante con gli occhi spalancati ad ammirare il santuario di fronte al quale si trovava.
Intanto un incontrollabile desiderio di entrare le cresceva dentro.
“ E se mi beccassero?.... Mal che vada faccio doppio click e me ne torno a casa!.... Massì, bisogna rischiare nella vita !”
Salì la scalinata e la porta scorrevole dell'ingresso si aprì al suo passaggio .
“ Salve.....do solo un'occhiatina, non fate caso a me “ bisbiglò nascosta dietro ad una colonna.
Nella sala d'ngresso non c'era anima viva e anche quella che sembrava essere la reception era deserta.
La sua aoccasione!
Corse in punta di piedi e andò a infilarsi in un lungo corridoio .C'erano almeno una ventina di porte e ognuna di queste aveva un vetro alla sua sommità che permetteva di spiare tranquillamente dentro la stanza.
Chi avrebbe resistito a una tale tentazione?
Alma si avvicinò alla porta dalla quale le era sembrato provenisse un leggero brusio e sbirciò.
All'interno c'erano tre persone , due al di qua di un grande vetro seduti in modo tale che Alma poteva vederne solo le spalle .Al di là del vetro un tizio incappucciato manco fosse sotto una tormenta di neve, menava le braccia a destra e sinistra parlando di fronte ad un microfono.
“ Staranno registrando!”
Sollevò un po' più la testa per vedere meglio ma proprio in quella il cantante alzò lo sguardo e puntò un dito nella sua direzione.
“SGAMATA!”
Istintivamente Alma si abbassò e per sfuggire all'uomo che avanzava verso la porta ne aprì un'altra e entrò .
Un uomo di mezza età si affacciò al corridoio, diede uno sguardo a destra, uno a sinistra e poi rientrò nella stanza facendo spallucce.
Per fortuna le era andata bene.
“ E lei deve essere la seconda finalista !”
A sentire quella voce Alma , che era già un bel po' sulle spine, spicco un salto e si ritrovò con la schiena spalmanta sulla porta, atterrità.
Di fronte a lei alcuni strani individui la fissavano.Un omaccione scuro come la notte e alto quanto un armadio che riconobbe ben presto essere Dr Dre.Un altro omaccione , alto quanto largo che le ricordava uno dei componenti dei D12 e poi, nell'angolo , nel gesto virile di mangiarsi le unghie , un ragazzino , anch'esso nero ma secco come un chiodo , una massa di capelli ricci intrappolati nei rasta, una ingombrante cuffia al collo.
Era circondata.
“ Cos...cos...” Balbettò Alma .
“ Nervosa?” Intervenne Dr Dre sorridendo “ Forza, non è mica la prima volta !”
“ La prima volta?” Alma aveva lo sguardo vacuo di chi non ci sta capendo un cazzo.
Dre la guardò perplesso “ Scusi potrebbe dirmi il suo nome?”
“ IL mio nome? A-alma Marino “
“ Sì è proprio lei, disse rivolto all'altro che gli si era avvicinato. E' qui per il concorso vero?”
“ Con-concorso ?”
I due allora presero a squadrarla nel solito modo e poiche sapeva di sembrare completamente pazza, ancora più adesso con qelle maledette ciabatte ai piedi , Alma corse ai ripari.
“ Ma certo il concorso” Sorrise ed annuì rassicurante.
quelli distolserò lo sguardo e continuarono un discorso in sospeso tra loro.
“ Ma allora, il terzo?”
“ Ormai è tardi , lo daremo per rinunciatario “
“Sei tu il boss “
Al che Dr Dre si rivolse ad Alma e al ragazzetto coi rasta.
“ Bene allora....Incominciate a prepararvi, tra un po' si terranno le vostre audizioni. il signor Mather, che come sapete farà parte della giuria , ci aspetta in sala registrazioni .Vi chiameremo uno per volta...in bocca al lupo ad entrambi! “
Detto questo i due armadi ambulanti usicrono chiusendo si la porta alle spalle e lasciando Alma nel panico più totale.



Ci siamo gente XD !

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