Capitolo 3: Cosa che cosa?
Riaprì prima un
occhio poi l'altro , i rumori ritornarono a circondarla e si rese
conto di trovarsi nel bel mezzo di una strada alberata . Ai lati una
sfilza interminabili di insegne e cartelli pubblicitari , a pochi
metri un bus che puntava dritto verso di lei .
“Scansati!!!!!”
Si tuffò verso il
marciapiede appena in tempo mentre la sua ciabatta , meno fortunata,
le si era sfilata del piede ed era stata travolta dal pullman.
“Maledizione, erano nuove!...” Si rimise in piedi e andò a
recuperarla .
le sovvenne un
altro pensiero
“Cavolo, sono in
ciabatte in mezzo alla strada, mi prenderanno per una stramba!”
E poi
“Ma... dove
DIAVOLO sono?”
Ecco, finalmente
c'era arrivata.
Quel posto non
l'aveva mia visto prima! Non era neppure sicura di trovarsi nella sua
città .
Da un angolo
sbucò all'improvviso una signora. Si allontanava in fretta così
Alma le corse dietro sciabattando sul marciapiede.
“MI scusi?”
Quella si voltò e
la squadrò da capo a piedi “ Cosa vuoi?”
“ Ecco”
Continuò Alma cercando di dissimulare l'imbarazzo con una risata “
Penso di essermi persa , potrebbe dirmi gentilmente dove ci troviamo?
“
La signora diete
un'altra rapida occhiata alle sue calzature e mentre già si
allontanava “ diciassettesima strada “
“
Che?Diciassettesima...? Ma in che diavolo di città sono finita?”
“Non so da quale
istituto psichiatrico tu sia scappata ma quì siamo a New York!”
“COOOOOOOOSAAAAAA?”
La signora,
evidentemente spaventata da quella reazione ,accellerò il passo e
scomparve dietro un angolo .
Alma fissò il
bracciale, poi la strada, poi di nuovo il bracciale. Veramente
quell'aggeggino era stato in grado di trasportarla a New York nel
giro di meno di mezzo secondo??
“ No
waaaaaayyyyyyy!”
Ma a pensarci bene
, a quella donna aveva parlato in italiano e quella le aveva risposto
tranquillamente.
“ oK , ok
calmiamoci qualcosa non quadra!”
Cominciò a
camminare lungo il marciapiede in cerca di un qualsiasi indizio .
“ Le insegne qui
sono tutte in inglese, non ci piove!”
Un cartellone
gigantesco che correva giù per il muro di un alto palazzo
,pubbicizzava la prossima opertura di un negozio di Dolce e Gabbana
sulla 5th avenue , NY.
“...Ma allora
come cavolo....?Sono stata così cula da incontrare una italiana nel
bel mezzo di New York?Adesso ci riporvo !”
Un uomo dagli
evidenti tratti orientali le passò di fianco.
“ MI scusi! “
“ Si? “
Rispose quello distogliendo lo sguardo dal cellulare.
“Lei conosce
l'italiano per caso?”
“ No, non lo
conosco , perchè?”
“ Allora “
tentò Alma nonostante fosse consapevole di quanto quella domanda
potesse suonare assurda” Sarebbe così gentile da dirmi in che
lingua stiamo parlando in questo momento?”
Quello allora
inarcò il sopracciglio e la squadrò scettico da capo a piedi.
“No, no, la
prego, non si faccia ingannare dalle apparenze! Sono una persona
normalissima!...O almeno credo” concluse non molto convinta .
“ Emmmm, devo
andare !”
“No no, per
favore mi risponda!Per me è molto importante “ Lo afferrò per la
giacchetta e non lo lasciava allontanarsi.
Quello
incominciava ad agitarsi così , per farla finita
“ In che ligua
vuole che stiamo parlando? Inglese no?”
“Inglese? “
Ripetè Alma con un sorriso luminoso lasciando la presa e il tizio ne
approfittò per sfuggirle .
“ Vuol dire che
parlo l'inglese senza neanche accorgermene? Ma è
meraviglioso!!!!!”Gridò raggiante e tutti lì attorno si girarono
a guardarla con delle espressioni non proprio rassicuranti, f...orse
era il caso di darsi un contegno.
Si schiarì la
voce e con nonchalance continuò la sua passeggiata.
“Cavolo, sono a
New York!Dove potrei andare? Ci sono così tanti posti che vorrei
visitare...costo del biglietto permettendo!
Si frugò nelle
tasche : 3 euro.
“ Seeee,
buonanotte!Ma questo bracciale non avrebbe dovuto rendermi anche
ricca ?”
Non era sicura di
aver letto proprio così sulle istruzioni.
Passeggiava ormai
da un po' senza sapere bene che fare quando il suo sguardo venne
attirato da un alto edifico ricoperto di vetri neri al quale si
accedeva salendo una scalinata di marmo dello stesso colore. Di
fianco all'entrata si leggeva a chiare lettere “ Shady records”
Alma ebbe un tuffo
al cuore.
“No...no no no
no, non ci creeeedo!Sono di fronte alla sede della casa discografica
di Eminem?!”
Stava gridando di
nuovo così si tappò la bocca con le mani e rimase per qualche
istante con gli occhi spalancati ad ammirare il santuario di fronte
al quale si trovava.
Intanto un
incontrollabile desiderio di entrare le cresceva dentro.
“ E se mi
beccassero?.... Mal che vada faccio doppio click e me ne torno a
casa!.... Massì, bisogna rischiare nella vita !”
Salì la scalinata
e la porta scorrevole dell'ingresso si aprì al suo passaggio .
“ Salve.....do
solo un'occhiatina, non fate caso a me “ bisbiglò nascosta dietro
ad una colonna.
Nella sala
d'ngresso non c'era anima viva e anche quella che sembrava essere la
reception era deserta.
La sua aoccasione!
Corse in punta di
piedi e andò a infilarsi in un lungo corridoio .C'erano almeno una
ventina di porte e ognuna di queste aveva un vetro alla sua sommità
che permetteva di spiare tranquillamente dentro la stanza.
Chi avrebbe
resistito a una tale tentazione?
Alma si avvicinò
alla porta dalla quale le era sembrato provenisse un leggero brusio e
sbirciò.
All'interno
c'erano tre persone , due al di qua di un grande vetro seduti in modo
tale che Alma poteva vederne solo le spalle .Al di là del vetro un
tizio incappucciato manco fosse sotto una tormenta di neve, menava le
braccia a destra e sinistra parlando di fronte ad un microfono.
“ Staranno
registrando!”
Sollevò un po'
più la testa per vedere meglio ma proprio in quella il cantante alzò
lo sguardo e puntò un dito nella sua direzione.
“SGAMATA!”
Istintivamente
Alma si abbassò e per sfuggire all'uomo che avanzava verso la porta
ne aprì un'altra e entrò .
Un uomo di mezza
età si affacciò al corridoio, diede uno sguardo a destra, uno a
sinistra e poi rientrò nella stanza facendo spallucce.
Per fortuna le era
andata bene.
“ E lei deve
essere la seconda finalista !”
A sentire quella
voce Alma , che era già un bel po' sulle spine, spicco un salto e si
ritrovò con la schiena spalmanta sulla porta, atterrità.
Di fronte a lei
alcuni strani individui la fissavano.Un omaccione scuro come la notte
e alto quanto un armadio che riconobbe ben presto essere Dr Dre.Un
altro omaccione , alto quanto largo che le ricordava uno dei
componenti dei D12 e poi, nell'angolo , nel gesto virile di mangiarsi
le unghie , un ragazzino , anch'esso nero ma secco come un chiodo ,
una massa di capelli ricci intrappolati nei rasta, una ingombrante
cuffia al collo.
Era circondata.
“ Cos...cos...”
Balbettò Alma .
“ Nervosa?”
Intervenne Dr Dre sorridendo “ Forza, non è mica la prima volta !”
“ La prima
volta?” Alma aveva lo sguardo vacuo di chi non ci sta capendo un
cazzo.
Dre la guardò
perplesso “ Scusi potrebbe dirmi il suo nome?”
“ IL mio nome?
A-alma Marino “
“ Sì è proprio
lei, disse rivolto all'altro che gli si era avvicinato. E' qui per il
concorso vero?”
“ Con-concorso
?”
I due allora
presero a squadrarla nel solito modo e poiche sapeva di sembrare
completamente pazza, ancora più adesso con qelle maledette ciabatte
ai piedi , Alma corse ai ripari.
“ Ma certo il
concorso” Sorrise ed annuì rassicurante.
quelli distolserò
lo sguardo e continuarono un discorso in sospeso tra loro.
“ Ma allora, il
terzo?”
“ Ormai è tardi
, lo daremo per rinunciatario “
“Sei tu il boss
“
Al che Dr Dre si
rivolse ad Alma e al ragazzetto coi rasta.
“ Bene
allora....Incominciate a prepararvi, tra un po' si terranno le vostre
audizioni. il signor Mather, che come sapete farà parte della giuria
, ci aspetta in sala registrazioni .Vi chiameremo uno per volta...in
bocca al lupo ad entrambi! “
Detto questo i due
armadi ambulanti usicrono chiusendo si la porta alle spalle e
lasciando Alma nel panico più totale.
Ci siamo gente XD !
Nessun commento:
Posta un commento